La tragedia della nave da crociera Costa Concordia è probabilmente un emblema dello sbando che sta vivendo questa nostra ITALIA.
Nel Gennaio 2012 eravamo ormai già
entrati nel vortice della crisi istituzionale anche se non lo si capiva con il
parafulmine del governo Monti.
Nella carenza di controllo delle rotte di
navigazione sul nostro splendido ed offeso mare, nella pratica vietata ma
concessa del navigare sottocosta per gli “inchini” vari, nello scarica barile
delle responsabilità per il naufragio all’Isola del Giglio c’è tanto di
conforme all’Italia attuale. Nel complesso siamo sempre dalle parti del
succhiare fino in fondo quello che è un nostro bene primario ma non
inesauribile: la nostra Costa Meravigliosa.
Adesso pare che lo smantellamento del
transatlantico venga destinato al porto di Piombino.
Era una delle possibilità più logiche:
per la vicinanza, per un porto che ha in teoria zone di espansione
utilizzabili, per la presenza dello stabilimento siderurgico, forse anche per
gli impianti di trattamento rifiuti che noi disponiamo.
Si tratta di far nascere un fiore dal
disastro che ha portato alla morte 32 persone; questo sarebbe bene non
scordarselo mai.
Semmai dovessero approdare qui i resti di
quello scafo proporrei di dedicare un monumento, una zona, un qualcosa a loro.
Mi viene a mente la bella statua messa al porto di San Vincenzo, magari facendo
qualcosa che possa essere più fruita dalla comunità.
Dopo aver onorato i caduti dobbiamo
pensare ad onorare il mare che tanto ci è utile e che va rispettato prima di
tutto nella salvaguardia ambientale. Quindi è da augurarsi che tutto sia fatto
senza creare danni.
Se non mi sbaglio il consigliere comunale
Gelichi (Ascolta Piombino) ha accennato al fatto che il costo per l’emergenza dello
smantellamento sarà a carico della collettività: se è così è un’altra assurdità
di questo confuso mondo. Di questo dobbiamo lamentarcene, non darlo per
scontato ma mi pare che ciò non debba annullare l’arrivo della carcassa del
Concordia. Semmai chi sarà in Parlamento mi auguro che faccia pressione perché
questo Stato sia un po’ più normale.
Resta il fatto che tutto il traffico
veicolare rischia di confluire sulla solita Unica strada per Piombino, speriamo
che questa volta il governo romano (quale che sia sarà) si accorga
dell’importanza del nostro porto e risolva la pluridecennale emergenza
dell’imbuto stradale che ancora abbiamo e che sicuramente aumenterà. Ma questa
volta non si tratta di togliere valore e servizi al nostro promontorio come
poteva essere nell’ipotesi di chiudere l’ospedale di Villa Marina.
Quello che come singolo cittadino proverò
a contribuire a far rispettare è una buona convivenza con altre esigenze per
cui mi auguro che non aumenti l’inquinamento luminoso, rumoroso ed atmosferico
che già abbonda nel nostro territorio. Rispetto dell’ambiente e alle bonifiche non
sarebbe affatto male unire anche un ripristino ambientale magari proprio della
nostra costa da parte della compagnia navale interessata. Mi viene a mente, ad
esempio, la sistemazione dell’area del Quagliodromo che gli è prospiciente.
Infine due righe su delle affermazioni
che secondo me hanno del superficiale: “tutto ciò che può portare occupazione e
ricchezza va valutato positivamente”. Praticamente l’ILVA di Taranto NON HA
INSEGNATO NIENTE se si va avanti con questo concetto. E’ bene pensarci prima e
prendere tutte le precauzione del caso perché poi non è che in due secondi si
smonta tutto e le bonifiche si fanno in quattro e quattrotto. Quel tipo di “sviluppo” non deve essere il nostro faro. Si
fanno le cose fattibili e gestibili, altrimenti è meglio rinunciarci. Devo dire
che questo ragionamento da “tutto fa brodo” mi fa venire più paura di quella
che già ho perché non sarà comunque una partita semplice … per ora comunque non
la contrasterò.
Ed infine vorrei tornare sul punto
iniziale: mi sembra di aver capito che ancora non abbiamo un sistema di
controllo del traffico navale da parte di molti porti, nemmeno quelli
principali. QUALCOSA DEVE CAMBIARE, anche per il bene del nostro territorio e
per chi la pelle ce l’ha lasciata!
Il Giglio aspettava il radar di Finmeccanica ma è arrivata prima la Concordia a sbattere sullo scoglio. Non è “autolesionistico” fare dei ragionamenti che vanno oltre il proprio naso … perché poteva capitare anche a noi.
P.S. tutti i bei discorsi che possiamo
fare poi si possono infrangere nel muro del ridicolo se alla fine si scopre che
il Commissario a cui si voleva dare l’incarico di seguire la pratica
(Gabrielli) non era nemmeno d’accordo o non ne aveva la facoltà, un’altra
figura da Paese delle Meraviglie. Del resto a più di un anno non aver ancora
deciso che farne del mastodontico relitto è all’altezza dell’attuale
situazione.
pazzesco
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